Le cenere del vulcano Toba ritrovate in Sudafrica

Gli esseri umani prosperarono in Sudafrica attraverso l’eruzione del vulcano Toba

Circa 74.000 anni fa, si verifico la più grande delle eruzione mai avvenuta sulla Terra negli ultimi 2 milioni di anni. La calderà del vulcano Toba esplose a Sumatra. I gas e le cenere sprigionati invasero tutto il globo terrestre, e questo nel giro di poche settimane. Alcuni scienziati ritengono che l’eruzione ha innescato un “inverno vulcanico globale”, durato decenni, che ha provocato la quasi totale estinzione della specie umana. Ma altri ricercatori hanno suggerito che gli effetti dell’eruzione fossero stati meno drammatici.

Vulcano Toba
Lago Toba

Ora, sottili tracce di cenere vulcanica, trovate a Pinnacle Point, un famoso sito archeologico sulla costa meridionale del Sudafrica, suggeriscono che almeno alcuni gruppi di uomini primitivi sopravvissero alle conseguenze dell’eruzione e addirittura prosperarono. La scoperta ha anche offerto agli archeologi un marcatore temporale sorprendentemente preciso, valido per i siti di aggregazione di tutto il mondo.

Quando il vulcano Toba erutto, gli umani moderni avevano già viaggiato fuori dall’Africa verso il Medio Oriente e forse oltre. Alcuni ricercatori hanno proposto che l’eruzione del supervulcano fosse abbastanza massiccia da provocare un effetto serra inverso che ha raffreddato la Terra per decenni. Questo avrebbe portando a un disastro ecologico e a una diffusa penuria di cibo, con la conseguenza che solo poche piccole comunità riuscirono a sopravvivere. Ma la teoria è fortemente dibattuta. I sedimenti del Lago Malawi, nell’Africa orientale, per esempio, non mostrano prove di un cambiamento radicale nella vita delle piante durante il periodo dell’eruzione.

Pinnacle Point e Vleesbaai

Gli archeologi volevano controllare se ci fossero prove degli effetti che il vulcano Toba aveva provocato a Pinnacle Point. In una serie di grotte gli archeologi hanno scoperto un ricco deposito di ossa, strumenti e armi lasciati dagli umani dell’età della pietra, alcuni risalenti a circa 200.000 anni fa. Anche a Vleesbaai, un sito a 9 km di distanza, i ricercatori hanno trovato molti strumenti dell’età della pietra e ossa di animali.

Gli scienziati hanno prelevato campioni da ogni centimetro di sedimento in una sezione verticale di 1,5 metri dello scavo di Vleesbaai e hanno anche analizzato campioni provenienti da strati chiave di Pinnacle Point. In entrambi i siti, è stata trovata una spolverata sparsa di particelle microscopiche di roccia vulcanica vetrosa. Le firme chimiche di questi frammenti corrispondevano alla cenere del vulcano Toba trovate sia in Malesia che nel Lago Malawi. L’archeologo e autore principale Curtis Marean, dell’Arizona State University di Tempe, specifica che lo strato di cenere segna la stessa data in tutto il mondo, con un margine di errore di un mese. Altre tecniche di datazione hanno un margine di errore del 10%, quindi un deposito datato a 74.000 anni potrebbe avere tra i 66.000 e gli 81.000 anni. Pertanto, questo lavoro offre un nuovo modo per correlare i siti lontani in modo molto più preciso.

Pinnacle Point Andrew HallTravail personnel  CC BY-SA 3.0

A Pinnacle Point, i reperti trovati appena sotto e direttamente sopra le tracce di cenere non mostrano alcuna lacuna nell’uso umano del sito, hanno riferito Marean e i suoi colleghi sulla rivista Nature. In realtà, le tracce dell’occupazione umana si intensificano poco dopo l’eruzione del vulcano, suggerendo che gli esseri umani che vivono lì hanno avuto ragione, dice Marean. È noto che le persone che vivevano a Pinnacle Point hanno mangiato molluschi e altre risorse marine, e ipotizza che l’oceano potrebbe essere stato tamponato dall’effetto del vulcano. “Le economie di cacciatori-raccoglitori sono davvero solide”, dice Marean. “L’impatto su di loro è stato probabilmente molto inferiore” rispetto alla flora e alla fauna.

Il dibattito resta aperto

L’archeologo Stanley Ambrose, dell’Università dell’Illinois a Urbana, che ha proposto l’idea che l’eruzione del vulcano Toba abbia spazzato via la maggior parte dei primi umani, non è convinto. La squadra di Marean ha trovato strati sabbiosi appena sopra le tracce di cenere, questo, secondo Ambrose, è davvero un segno di drammatici cambiamenti ambientali e di diminuzione dell’occupazione umana. Ma Marean afferma che quegli strati facevano parte di una serie di dune di sabbia che si formarono nel giro di giorni o settimane dopo l’eruzione e includevano artefatti umani. “Quindi nessuna prova di abbandono del sito”. Cercare tracce vulcaniche in altri siti potrebbe aiutare a risolvere il dibattito, conclude.

Altri ricercatori sono rimasti impressionati dal potenziale del metodo. In parte perché sono stati in grado di isolare particelle rare di criptotephra, fino a due particelle per grammo di sedimento. “È un bel segno”, ha detto Michele Petraglia, archeologo presso l’Istituto Max Planck per la Scienza della storia umana a Jena, in Germania. Per lui è particolarmente impressionante che il team sia riuscito a trovare tracce di cenere a 9000 chilometri dal vulcano. Lui e i suoi colleghi sperano di usare tecniche simili in altri siti in Africa orientale e in Arabia.

Traduzione a cura di Mondo di Misteri

FONTE

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