Macchie solari: Verso una piccola era glaciale

La diminuzione delle macchie solari annuncia un lungo periodo di ibernazione del Sole.

Gli astronomi americani hanno osservato una diminuzione delle macchie solari ( un indicatore dell’attività magnetica ) accompagnata da un rallentamento dell’attività vicino ai poli della nostra stella. Tutti indizi che lasciano presupporre che il Sole s’incammina verso un periodo di calma piatta.

Secondo i risultati di tre ricerche presentate martedì scorso negli Stati Uniti, il Sole sta per attraversare un periodo lungo e inconsueto di attività molto debole che potrebbe influenzare notevolmente il clima terrestre.

Per gli scienziati del Laboratorio Nazionale Americano di Osservazione Solare (National Solar Observatory) e dell’Air Force Research Laboratory, mentre il ciclo attuale del Sole ( il 24°), iniziato nel 2008, sta cominciando ad accelerare la sua attività verso il suo Massimo (che si misura con l’aumento del numero delle macchie), alcune ricerche sull’attività interna della stella, sulla sua superficie visibile e sulla sua corona, lasciano presagire che il prossimo ciclo potrebbe essere stranamente calmo e forse, peggio ancora, non prodursi affatto”.

Frank Hill, direttore aggiunto del NSO, commentando i risultati di queste ricerche, sottolinea : “Se non ci siamo sbagliati, il ciclo attuale potrebbe essere l’ultima attività solare massima che vedremo per diversi decenni”.
L’astronomo ha ancora qualificato questo fenomeno come “molto inconsueto e inatteso” e ha valutato che avrebbe “influenzato sia l’esplorazione spaziale che il clima terrestre”.

Nel passato, una debole attività magnetica solare prolungata ha coinciso con delle piccole glaciazioni sul nostro pianeta. Durante quei periodi, l’atmosfera terrestre si raffredda e si contrae, ma vi sono anche meno tempeste magnetiche vicino ai poli (aurore boreali) e meno fenomeni che possono disturbare i sistemi di comunicazione terrestri.

Macchie solare
Macchie solari. Credit NASA

Frank Hill aggiunge:

“Il fatto che tre osservazioni totalmente indipendenti puntino nella stessa direzione, è un indicazione solida che il ciclo delle macchie solari potrebbe incamminarsi verso una ibernazione”.

I risultati di questi studi sono stati presentati alla conferenza annuale della divisione di fisica solare dell’Astronomical Society, che si è riunita la scorsa settimana all’Università di New Messico.

Il numero di macchie solari e altre manifestazioni del Sole cresce e decresce ogni 11 anni circa (durata di un ciclo).
La prima questione è quella di sapere se questo rallentamento dell’attività solare fa presagire un secondo  “Minimo di Maunder”, il periodo di 70 anni (dal 1645 al 1715) senza alcuna macchia solare e durante il quale l’Europa ha vissuto una piccola era glaciale.

Matt Penn e William Livingston dell’Università Cornell (New York) hanno constatato una tendenza a lungo termine nella riduzione delle macchie solari e predicono che le eruzioni del campo magnetico del Sole, nel prossimo ciclo, saranno così deboli che se ne formeranno pochissime e forse nessuna. Queste macchie nascono dalle eruzioni di flussi magnetici intensi che arrivano dall’interno del Sole e impediscono ai gas meno caldi della superficie di ritornarvi.

Affinché si formi una macchia, il campo magnetico solare deve avere un energia che va dai 2500 ai 3500 gauss (unità di misura elettromagnetica) sono necessarie un minimo di 1500 gauss. Per fare un paragone, la forza del campo magnetico terrestre in superficie è inferiore a 1 gauss.

Macchie solari

Analizzando i dati raccolti sulle macchie solari da più di 13 anni con il telescopio McMath-Pierce a Kitt Peak in Arizona, i due ricercatori hanno calcolato che la forza media del campo magnetico del Sole è diminuita di circa 50 gauss all’anno, durante i cicli 23 e 24.

Fonte: http://www.cyberpresse.ca/

In quest’altro articolo, che riporta maggiori informazioni della riunione tenutasi a New Messico, si dice che il comportamento del Sole è così incerto che qualsiasi speculazione sul futuro è azzardata  http://news.sciencemag.org/sciencenow/2011/06/end-of-the-sunspot-cycle.html?ref=hp

L’effetto che avrebbe un  “nuovo Minimo di Maunder” sui modelli climatici è già stato calcolato. Sulla pagina del  fisico Georg Feulner, del Potsdam Institute for Climate Impact Research, troviamo I risultati di questi calcoli  (pubblicati l’anno scorso su  Geophysical Research Letters)  http://www.pik-potsdam.de/members/feulner/research/sun-climate/how-would-a-new-grand-minimum-of-solar-activity-affect-the-future-climate
Su un riscaldamento previsto di 4°C nel 2100, un tale minimo  toglierebbe soltanto 0,3°C.