Scioglimento del permafrost in Siberia, scatta l’allarme

Lo scioglimento del permafrost potrebbe diventare la principale causa del cambiamento climatico

Il gas intrappolato nel terreno ghiacciato e nei laghi della Siberia si disperde nell’ambiente da circa 10.000 anni. Ma con il riscaldamento globale, lo scioglimento del permafrost avviene in modo molto più rapido velocizzando il rilascio di metano, un gas serra 23 volte più potente del biossido di carbonio.  Alcuni scienziati ritengono che lo scioglimento del permafrost può diventare la principale futura causa del surriscaldamento climatico.

Lago ghiacciato

A Chersky, in Russia, un reporter di Associated Press ha seguito lo scienziato russo Sergej Zimov, che si recava in un lago ghiacciato per cercare sacche di bolle di gas metano.

Per dimostrare che il ghiaccio contiene del metano, lo scienziato, un accendino in una mano e un coltello nell’altra, ha rotto il ghiaccio. Risultato: il metano è schizzato ed è esploso in una sottile fiamma blu.

Scioglimento del permafrost

Alcuni scienziati ritengono che lo scioglimento del permafrost potrebbe diventare la principale causa dei futuri cambiamenti climatici. Si stima che 1.500 miliardi di tonnellate di carbonio sono intrappolate nel ghiaccio fin dai tempi dei mammut. Una bomba a orologeria climatica che aspetta una sola cosa: esplodere ed essere rilasciata in atmosfera.

Se l’attività umana riempie l’atmosfera di anidride carbonica, metano e altri gas che intrappolano calore, il riscaldamento climatico si fa sentire molto di più nelle regioni polari. Ciò che sembra essere un modesto aumento delle temperature è sufficiente a sciogliere i ghiacciai della Groenlandia. L’attività umana riduce lo spessore dei ghiacciai del Mare Glaciale Artico e accelera lo scioglimento del permafrost.

La scoperta di questa minaccia è così recente che non è menzionata nella relazione del Gruppo di esperti sull’evoluzione del cambiamento climatico (IPCC) pubblicata nel 2007. La relazione si preoccupa principalmente dell’innalzamento del livello delle acque che provocherebbe inondazioni nelle città costiere, cambiamenti imprevedibili delle precipitazioni e l’estinzione di alcune specie.

La mancanza di dati su un lungo periodo rende ancora incerta la portata di questa minaccia

In un articolo pubblicato in agosto 2010 sulla rivista Science, numerosi esperti affermavano che era ancora troppo presto per prevedere se il gas metano presente nell’Artico fosse un punto chiave nel cambiamento climatico o meno.

Tuttavia, questa regione del mondo è responsabile per il 9% delle emissioni globali di metano.

Katey Walter Anthony, ricercatrice presso la University of Alaska, ha misurato il rilascio di metano in diversi laghi artici. “In alcuni giorni sembrava che il lago fosse in ebollizione”.

La scienziata si stupisce nel vedere una quantità così importante di metano sprigionarsi dai ghiacci. Spiega che oltre 50 miliardi di tonnellate di metano potrebbero essere rilasciate nell’ambiente dai laghi siberiani.

Si tratta di dieci volte la quantità di metano che si trova attualmente in atmosfera.

“Se il tutto il permafrost si sciogliesse d’un tratto, una quantità enorme di gas sarebbe rilasciata in atmosfera. Avremmo allora delle temperature incredibilmente elevate in tutto il pianeta”.

Nel 2017, gli scienziati hanno contato 7000 bolle di metano pronte a esplodere in Siberia

Un’estate particolarmente calda nell’Artico ha fatto sciogliere il permafrost in molte zone della tundra siberiana. Per la prima volta, gli scienziati sono stati in grado di elencare le aree in cui il terreno minaccia di crollare per formare un cratere e hanno potuto analizzare l’aria. Risultato: Non solo si dovrà rivedere al rialzo il numero di queste bolle, ma anche la quantità di metano e di anidride carbonica che emettono.