Pianeta X: nuove prove dell’esistenza del Pianeta Nove

Nuovo piccolo pianeta offre altre prove dell’esistenza del Pianeta X

All’inizio del 2016, due scienziati planetari, Konstantin Batygin e Michael Brown del California Institute of Technology, hanno dichiarato che un Pianeta X si nasconde ben oltre l’orbita di Plutone, nelle profondità del sistema solare.

Gli astronomi hanno rilevato che i movimenti degli oggetti che si trovano oltre Nettuno implicano l’esistenza di un possibile nono pianeta (che non è Plutone). Il Pianeta X, ora chiamato Pianeta Nove, sarebbe 10 volte più massiccio della Terra e seguirebbe una lunga orbita eccentrica attorno al Sole. Il Pianeta gigante sarebbe un mondo molto oscuro ed è, per il momento, invisibile per noi. Tuttavia i suoi effetti gravitazionali su altri oggetti distanti e gelidi, oltre l’orbita di Nettuno, potrebbero dimostrarne l’esistenza.

Pianeta X
Wikimedia User nagualdesign/Tom Ruen

La loro affermazione, basata sulle orbite insolite di mondi ghiacciati lontani, ha rapidamente scatenato una corsa per scovare il Pianeta X. Il nono pianeta “Ha un vero magnetismo”, ha detto Gregory Laughlin, un astronomo della Yale University. “Voglio dire, trovare un pianeta di 10 volte la massa della Terra nel nostro sistema solare sarebbe una scoperta di grandezza scientifica senza eguali.”

 

Ora gli astronomi hanno individuato un oggetto trans nettuniano che rafforza l’ipotesi dell’esistenza del Pianeta X nel sistema solare esterno.

Questa settimana, un team internazionale di scienziati della Dark Energy Survey ha riportato l’analisi di un nuovo oggetto dalla strana orbita.

Chiamato Caju (2015 BP 519), l’oggetto esegue un viaggio ellittico attorno al Sole ad una distanza di 35 a 862 volte il raggio dell’orbita terrestre. Ma, mentre gli otto pianeti conosciuti (tra cui la Terra) ruotano attorno al Sole sullo stesso piano, l’orbita di questo nuovo oggetto si evolve ad un angolo di 54 gradi rispetto a questo piano. I ricercatori hanno quindi modellato il suo movimento in un nuovo articolo pubblicato di recente su arXiv. Secondo i ricercatori si tratterebbe dell’oggetto trans nettuniano più estremo finora scoperto.

Dopo aver modellato l’orbita del pianeta nano Caju, la squadra, guidata da Juliette Becker dell’Università del Michigan, a realizzato che servivano più elementi per spiegare questa apparente anomalia orbitale. Per i ricercatori, è del tutto improbabile che un pianeta conosciuto del sistema solare sia stato in grado di fornire l’impulso per invertire l’orbita di Caju. Secondo loro, la strana orbita potrebbe facilmente essere spiegata con la presenza di un nono pianeta dall’attrazione gravitazionale molto forte.

“Questa non è la prova che il Pianeta Nove esiste”, ha precisato David Gerdes, dell’Università del Michigan e co-autore del nuovo documento. “Ma direi che la presenza di un oggetto come questo nel nostro sistema solare ne rafforza le possibilità.”

Tuttavia per altri astronomi questa conclusione non è così sicura.

Per questi esiste la possibilità che ai tempi della formazione del cosmo c’erano altri oggetti capaci di dare questo “calcio” iniziale. Il sistema solare primitivo conteneva probabilmente 10.000 pianeti nani, rispetto ai 20 attualmente noti, tra cui Plutone.

L’influenza gravitazionale di queste migliaia di pianeti nani avrebbe potuto essere sufficiente per spostare 2015 BP519 dalla sua orbita. Saranno quindi necessarie ulteriori ricerche per poter celebrare la presenza del Pianeta X, così tanto ricercato negli ultimi anni.

A cura di Mondo di Misteri

Lo Studio: Discovery and dynamical analysis of an extreme trans-neptunian object with a high orbital inclination