Rifugio nazista scoperto in Argentina

Un antico rifugio nazista scoperto in una foresta in Argentina

Degli archeologi argentini credono di aver scoperto un rifugio nazista nella foresta del nord del paese, al confine con il Paraguay. Si tratta di tre strutture in muratura crollate e nascoste dalla vegetazione. Il team, guidato da Daniel Schavelzon dell’Università di Buenos Aires, ha scoperto nel cuore del Parco Provinciale Teyu Cuare, delle monete tedesche datate 1938-1944, della porcellana tedesca e varie iscrizioni naziste.

Rifugio nazista“Non vediamo nessun altro motivo che possa spiegare che qualcuno abbia investito sforzi e risorse necessarie per costruire queste strutture in un sito che era assolutamente inaccessibile in quel periodo, isolato dalle comunità locali e con materiali che non appartengono alla tradizione architettonica della regione”, ha detto Daniel Schavelzon al quotidiano Clarin.

Rifugio nazista“A quanto pare, nel bel mezzo della seconda guerra mondiale, i nazisti svilupparono un progetto segreto: costruire dei rifugi su siti inaccessibili per i funzionari del regime, in caso di sconfitta. Nel deserto, in montagna, su una scogliera o nel bel mezzo della giungla, come in questo caso” dice, aggiungendo che le sue ricerche non sono ancora complete e che i suoi risultati non sono definitivi.

“Questo sito aveva anche il vantaggio di consentire agli occupanti di spostarsi in Paraguay in meno di dieci minuti. Questa è una zona protetta, facilmente difendibile, dove potevano vivere in pace”. “Questo rifugio nazista non sarebbe stato utilizzato, in quanto molti dirigenti nazisti sono apertamente stati accolti in Argentina, dopo la caduta del regime, e hanno avuto il permesso di viverci senza nascondersi.

All’indomani della seconda guerra mondiale, migliaia di nazisti e di altri criminali di guerra hanno trovato rifugio in Argentina, grazie alla benevolenza del generale Juan Peron e della Chiesa cattolica. Tra questi: Klaus Barbie (capo della Gestapo di Lione), Walter Kustchmann (uno dei leader della Gestapo in Polonia), Ante Pavelic (capo del regime degli ustascia in Croazia) o Eduard Roschmann (“il macellaio di Riga”).

Il Dr. Josef Mengele, “l’Angelo della Morte” dei campi di sterminio, ha così passato, con la sua vera identità, dei giorni tranquilli nel paese prima di fuggire in Paraguay nel 1960, poco dopo il rapimento di Adolf Eichmann, l’architetto della soluzione finale, da parte di un commando israeliano nei sobborghi di Buenos Aires.

Traduzione a cura di Mondo di misteri
Fonte: Le Monde

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