Mesa Verde: le case di pietra degli Anasazi
Questa è la storia degli Anasazi, un antico popolo di indiani del Nuovo Messico che raffigurava pittogrammi di complesse congiunzioni astrali e costruiva stupende strade rettilinee che non portavano da nessuna parte.
Il nome originale di questo popolo non è conosciuto ma nel linguaggio dei Navajo o Navaho vengono chiamati Anasazi.
Il Parco Nazionale Mesa Verde in Colorado, Stati Uniti, ha ospitato per secoli gli indiani Anasazi. In questa regione sono stati ritrovati molti resti di questo popolo, tra cui una favolosa città di pietre rannicchiata nella cavità di una rupe.
A Chaco Canyon, nel Nuovo Messico, alcune pitture e incisioni rupestri sembrano indicare che gli Anasazi erano buoni astronomi.
La scoperta
Nel 1888 tre allevatori partiti alla ricerca di animali che erano fuggiti, scoprirono Sun Point e diverse abitazioni. La scoperta di Cliff Palace, una città di pietra, risale a questo periodo.
La ricerca è proseguita grazie ad un giovane esploratore svedese, Gustav Nordenskjold, che desiderava realizzare un vero studio archeologico. Ha esplorato le due colline chiamate Wetherill Mesa e Chapin Mesa. Nel 1906, Mesa Verde, che significa tavolo verde, riceve lo statuto di Parco Nazionale. Da questo momento, gli scavi si intensificarono.
Nel 1959, il professor JS Newberry intraprende una spedizione per conto dell’esercito americano. Si sono dovuti attendere ancora 15 anni affinché un fotografo dell’US Geological Survey scopra la prima grotta troglodita nascosta dietro il vasto altopiano. Da allora questa regione ha suscitato molta curiosità. Vi hanno scoperto molti resti di coloro che vennero denominati Anasazi, che in lingua Navajo, significa gli anziani.
Cliff Palace è una struttura fatta di mattoni di argilla e fango, che conta più di 200 pezzi. Ci sono 23 luoghi di culto o kiva, camere e magazzini per immagazzinare il raccolto. Secondo gli archeologi, Cliff Palace, costruito nel tardo XII esimo secolo, poteva ospitare circa 250 persone. A Mesa Verde, sono stati identificati circa 3.900 siti di cui 600 abitazioni troglodite.
Cultura Anasazi
Per molti secoli, gli indiani Anasazi hanno vissuto sugli altopiani del sud dello Utah e del Colorado e anche su quelli dell’Arizona e del Nuovo Messico.
costruita tra il 1200 e il 1276,
dispone di 140 camere e 9 kivas o luoghi di culto
La storia della popolazione di Mesa Verde, nei primi secoli della nostra era è ancora molto misteriosa. Allo stadio della conoscenza del sito si contano quattro periodi successivi di occupazione:
– Circa 450-700 dC: periodo Basket Maker III, si diffonde l’agricoltura (mais, zucca), associata a alla caccia e alla raccolta, strumenti di pietra, lavorazione delle ossa, sviluppo della ceramica e del vimini, case troglodite con buche centrali. Alcune opere risalgono dal 200 aC al 700 dC.
– Tra il 700 e il 900, periodo Pueblo I, appaiono villaggi di case rettangolari con muri in pietra, kivas cerimoniali.
– Dal 900 al 1100, periodo Pueblo II
– Tra il 1100 e il 1300, periodo Pueblo III, periodo che corrisponde alla costruzione di grandi complessi edilizi come Mesa Verde e anche alla lavorazione dell’argento e del turchese.
Le Case
I primi abitanti di questi luoghi vivevano di agricoltura e di caccia. Conoscevano l’arte della ceramica e realizzavano cestini in vimini. Chiamate jacal, le loro case primitive erano semplici pozzi supportati da pali di legno. Rapidamente si formarono piccoli borghi, inizialmente situati ai piedi di speroni rocciosi, poi in altezza, sulle mesas.
Intorno al 500 dC, fabbricano delle ceramiche, degli archi e delle frecce e iniziarono ad allevare i tacchini.
A partire dal periodo Pueblo II, il popolo Anasazi ha cambiato le sue abitudini nel modo di abitare. Hanno cominciato a costruire case vere e proprie sull’altopiano. Le case sono state trasformate in villaggi che gli spagnoli chiameranno pueblos.
Nel corso dei secoli, i villaggi si trasformarono in città e nel 1100, l’altopiano del Colorado conobbe una crescita demografica significativa.
Cliff Palace
I primi indiani Pueblo costruirono questi villaggi trogloditi complessi,
i cliff-dwellings tra l’XI e il XIII secolo
I luoghi di culto
I kiva erano enormi strutture circolari sotterranee riservate alle cerimonie e ai culti. In molti casi, i kiva erano collegati a strutture simili a torrette la cui funzione non è realmente conosciuta.
E’ anche stato trovato un complesso monumentale circondato da un doppio muro, forse un tempio, chiamato il Tempio del sole.
Si ritiene che gli Anasazi hanno costruito queste caverne per proteggersi. La difficoltà di accesso impediva agli intrusi di attaccarli.
Dal 1300 gli Anasazi abbandonarono il sito. Questo abbandono sarà dovuto alla siccità e quindi alla carestia?
Più di recente, le autorità locali hanno deciso di sostituire al termine Anasazi, un termine più generico, gli ex abitanti dei pueblos.
Attualmente, più di 23 tribù, oltre ai Navajo, possono pretendere di essere discendenti di coloro che hanno costruito gli edifici di Mesa Verde.
Queste tribù hanno tutti degli antenati che vivevano in pueblos simili a quelle del New Mexico.
Tuttavia, nessun altro edificio ha uguagliato lo splendore di Mesa Verde.
Il mistero di Chaco Canyon
Gli altipiani rocciosi color ocra sembrano indicare che gli Anasazi si interessavano all’astronomia.
Secondo alcuni archeoastronomi, queste rocce presentano un certo numero di segni che dimostrano che questo popolo era in possesso di avanzate conoscenze in astronomia.
Su una sporgenza a pochi metri da una collinetta elevata di Chaco Canyon in New Mexico, tre grandi blocchi di arenaria determinano una fessura attraverso la quale il sole lascia passare i suoi raggi che raggiungono due spirali scavate nella roccia.
Per quasi 1.000 anni, questi raggi indicarono con esattezza i solstizi d’estate e d’inverno, gli equinozi di marzo e settembre così come i giorni dell’anno in cui giorno e la notte sono di uguale durata.
Gli esperti ritengono che questo strano fenomeno, a cui è stato dato il nome di Sun Dagger è un calendario Anasazi.
La nebulosa del Granchio
Le scogliere di Chaco Canyon suggeriscono che gli Anasazi hanno assistito alla morte di una stella. Infatti, un costone roccioso è decorato con tre dipinti: una mezzaluna, un disco munito di raggi e una mano.
Appena sotto, un punto circondato da due cerchi rappresenta il sole.
Scoperti nel 1972, questi simboli compaiono in altre parti del territorio indiano.
Illustrano un’occasionale congiunzione astrale: l’avvicinamento di Venere e la Luna.
Tuttavia, alcuni astronomi ritengono che questi dipinti commemorano un fenomeno celeste. Il disco munito di raggi potrebbe essere una stella che esplode.
I simboli di Chaco Canyon datano dell’epoca in cui gli astronomi cinesi rilevarono sulle loro carte la nascita di una stella, derivante probabilmente dall’esplosione di una supernova.
Questa stella è apparsa il 5 Luglio 1054. La rimanenza della stella forma la Nebulosa del Granchio nella costellazione del Toro. I pittogrammi Anasazi raffigurano quell’esplosione cataclismica?
Nel 1979, un astronomo della Nasa ha ricostituito il cielo di quella notte del luglio 1054.
Infatti, quella notte, la luna, mezzaluna rovesciata, era a due gradi di distanza dalla Nebulosa del Granchio.
Uno dei cinque grandi kiva presso il sito di Far View House
che gli Anasazi fondarono a partire del XII secolo
Le stade di collegamento tra le varie comunità
Le strade degli indiani Anasazi del Nuovo Messico sono tutt’altro che semplici sentieri, formano una rete di 800 km di strade molto ben progettate. Oggi, queste strade sono quasi completamente scomparse.
Alcune hanno 10 metri di larghezza e attraversano il deserto, in linea retta, qualunque sia la configurazione del terreno.
Gli Anasazi non arretrarono davanti a nulla per poter disegnare delle arterie rettilinee, non esitando a scavare la roccia o costruire rampe di protezione.
La maggior parte di queste strade collegavano le varie comunità a Chaco Canyon, ma la cosa misteriosa è che molte di queste strade non portano da nessuna parte, se non in piena natura. In alcuni luoghi non vi è una, ma ben due strade rigorosamente parallele. Ad esempio la strada chiamata del Grande Nord, in alcuni punti disseminata di ceramiche rotte, finisce su una collina.
Perché darsi tanta pena per costruire delle strade che non portano a nulla ?
Molte leggende menzionano dei pellegrinaggi rituali Anasazi verso le montagne sacre. Queste lunghe strade rettilinee portavano forse a dei Sipapu, orifizi da cui era possibile comunicare con l’aldilà. Forse queste bellissime strade erano utilizzate esclusivamente per collegare Chaco Canyon a un mondo invisibile.